La leggenda del santo bevitore
Ricevuti misteriosamente in prestito 200 franchi, barbone alcolizzato fa molti incontri d'amore e d'amicizia finché s'avvia, in una ventosa mattina, a saldare il debito. A livello stilistico è forse il film più maturo di Olmi, certamente il più raffinato: la sua Parigi, paesaggio dell'anima, è straordinaria. Ha una splendida 1ª parte, una zona centrale un po' ripetitiva e prolissa, riprende quota nella conclusione. Non c'è più, forse, la leggerezza delle sessanta stringate pagine del racconto lungo Die Legende vom heiligen Trinker (1939) di Joseph Roth, ma, dopo averlo visto, nessuno lo leggerà o rileggerà come prima. Olmi ci aiuta a capirlo meglio, a penetrarlo in profondità.